Riabilitazione cement-free: come realizzare efficacemente protesi avvitate e conometriche

Ottobre, 2020
Exacone News 30

Autore:
Odt. Massimiliano Pisa
Titolare Laboratorio Dental Giglio, Firenze

Quando si deve realizzare una protesi su più impianti, sia che si tratti di piccoli ponti o di ponti estesi tipo Toronto, la scelta cade oggigiorno sempre più raramente su soluzioni cementate. I rischi correlati all’utilizzo del cemento, in particolare modo quando le chiusure sono in profondità, e l’opportunità di potere smontare la protesi per interventi di manutenzione o di igiene, portano a optare per soluzioni avvitate. Ultimamente esiste anche una soluzione ad ancoraggio conometrico, grazie ai nuovi prodotti che l’industria ha messo a disposizione.
La realizzazione di una protesi avvitata con il sistema implantare XCN® Leone avviene esattamente con le stesse tecniche che si utilizzano con le altre sistematiche implantari. Un ancoraggio avvitato richiede l’uso di un moncone MUA con un’interfaccia filettata, sulla quale si avvitano dei cilindri da incollaggio per fabbricare un ponte avvitato con tecniche tradizionali, oppure delle interfacce CAD-CAM presenti nelle librerie per un iter digitale. Appositi transfer, analogici o digitali, permettono la presa dell’impronta sopra i monconi MUA, in modo da lavorare in laboratorio su un modello che replica la posizione dei monconi MUA già definitivamente bloccati in bocca.
Rispetto a protesi avvitate di altre case implantari, quella Leone è resa più semplice dal fatto che il moncone MUA può essere orientato liberamente a 360°, facilitando il posizionamento del canale della vite verso l’interno. Inoltre ha una sola vite (quella protesica) e non, come le altre sistematiche, una vite protesica al di sopra di un’altra vite (quella che fissa il moncone all’impianto). Un altro vantaggio del MUA Leone è la dimensione della vite protesica: rispetto alla concorrenza è più grande e quindi più robusta.
Per mostrare i passaggi odontotecnici di realizzazione di una Toronto, viene preso come esempio un lavoro realizzato in maniera tradizionale analogica.
Gli step operativi sono i seguenti:

  • studio delle foto della paziente con la vecchia protesi per avere una guida per il lavoro da realizzare, evidenziando tutti i difetti da correggere;
  • scelta del colore;
  • montaggio dei modelli in articolatore per l’analisi delle altezze, dell’inclinazione e degli spazi;
  • montaggio di una protesi diagnostica e realizzazione di una mascherina che guiderà tutte le fasi di fabbricazione della protesi;
  • scelta dei monconi MUA più idonei sul modello sviluppato sulla base di un’impronta Implant Level oppure intraoralmente, come nel presente caso, dove è stato effettuato un carico immediato;
  • realizzazione del modello Master sulla base di un’impronta presa sui monconi MUA definitivamente fissati in bocca (Fig. 1);
  • fabbricazione della protesi avvitata definitiva: posizionamento dei cilindri in titanio con i rispettivi calcinabili sugli analoghi-moncone MUA (Fig. 2), replica del montaggio diagnostico con l’aiuto della mascherina usando della resina Duralay (Fig. 3), rifinitura della parte sottostante e riduzione della parte esterna della struttura in resina in base al montaggio (Fig. 4), rimozione dei cilindri in titanio (i calcinabili restano nella struttura) (Fig. 5) e fusione, rifinitura, incollaggio definitivo della struttura sui cilindri in titanio, lucidatura e opacizzazione della struttura, montaggio dei denti (Figg. 6-8).

Nella realizzazione di una Toronto è ovviamente anche necessario osservare le regole per un buon lavoro protesico su impianti:

  • orientare i denti in modo da distribuire il carico masticatorio il più perpendicolare possibile all’impianto;
  • distribuire le forze in modo stabilizzante sul dente;
  • determinare la massima estensione distale consentita in base alla posizione degli impianti;
  • assicurare la passività della struttura usando in caso di una procedura tradizionale analogica la tecnica di incollaggio su cilindri in titanio, non necessaria se si lavora in modo digitale. Un’ulteriore verifica della passività ci consente il Test di Sheffield.
    Una valida alternativa rappresenta l’ancoraggio della protesi attraverso elementi primari e secondari conometrici. Una tecnica usata in passato e oggi praticamente abbandonata per i costi eccessivi e le difficoltà odontotecniche di realizzazione. I vantaggi sono molti:
  • l’ancoraggio avviene senza viti e senza cemento;
  • possibilità di modulare la ritenzione della protesi rendendola rimovibile dal paziente oppure fissa, ma comunque facilmente rimovibile dal clinico;
  • la struttura è sempre passiva grazie al bloccaggio intraorale delle cappette secondarie nella protesi;
  • una soluzione di veloce esecuzione per il clinico, che non ha da avvitare delle viti e da chiudere i loro canali;
  • una protesi altamente estetica.
    Di recente l’azienda Leone ha realizzato elementi primari e secondari conometrici prefabbricati, con i quali la fabbricazione di una protesi conometrica è diventata facile e alla portata di tutti. I passaggi odontotecnici per realizzare una protesi conometrica sono i seguenti:
  • scelta dei monconi MUA sul modello realizzato sulla base di un’impronta Implant Level, parallelizzazione dei monconi e fissaggio negli analoghi (Figg. 9, 10);
  • fissaggio degli adattatori Conic sui monconi MUA per trasformarli in monconi conometrici MUA-Conic e posizionamento delle cappette conometriche sui monconi, senza dover fare alcuna modifica ai dispositivi prefabbricati (Figg. 11, 12);
  • fabbricazione della protesi partendo da una scansione delle cappette conometriche in caso di tecnica CAD-CAM (Figg. 13 a, b) o, se si lavora in modo tradizionale, dalla stampa di plastiche calcinabili sopra le cappette conometriche sulle quali si effettua poi una modellazione in cera esattamente come sui denti naturali (Figg. 14 a, b).

Anche il lavoro di consegna del clinico è semplice e veloce: deve soltanto connettere i monconi conometrici agli impianti e bloccare intraoralmente le cappette conometriche nella protesi, una procedura che assicura la massima passività.

Per visualizzare il Webinar dell’Odt. Pisa accedere all’area riservata Leone.

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