Profilo di emergenza e conservazione delle papille interdentarie in implantologia

Marzo, 2005
Exacone News 2

Autore: Dr. José Antonio Alvaro Sánchez.

Uno dei vantaggi degli impianti post-estrattivi immediati è il mantenimento dei tessuti prima che avvenga la cicatrizzazione e quindi la perdita delle papille. Tra la sezione circolare dell’impianto e le pareti alveolari rimangono degli spazi che possono essere riempiti con tessuto osseo rigenerato, come avviene nella cicatrizzazione alveolare normale, sempre che si preservi l’immobilità assoluta dell’impianto.

La situazione di discrepanza alveolo-impianto si può migliorare riempiendo questi spazi con materiali da innesto di osso autologo spugnoso donato da zone prossime all’alveolo impiantato. L’utilizzazione di membrane consente di favorire la crescita ed evitare la possibilità di invaginazione dei tessuti molli circostanti al difetto osseo. A livello gengivale, con la tecnica ad una sola fase chirurgica avviene una cicatrizzazione e rimodellazione intorno al tappo di guarigione, che darà come risultato una conformazione circolare. Realizzando, invece, una personalizzazione del tappo di guarigione aggiungendo materiale acrilico potremo conservare il profilo di emergenza del dente recentemente estratto e mantenere i punti di contatto con i denti adiacenti, ciò consentirà la conservazione delle papille e il conseguimento di un ottimo risultato estetico. Il caso qui illustrato descrive in dettaglio la procedura di conservazione delle papille interdentarie.

Un impianto è inserito in posizione 14 con tecnica monofasica. Il tappo di guarigione è stato in precedenza modificato in modo da ottenere un profilo anatomico con punti di contatto sui denti adiacenti come supporto per il mantenimento delle papille. Il tappo è stato sabbiato con ossido di alluminio sulla parte emergente che condiziona la gengiva avendo avuto cura di proteggere il cono Morse della connessione con l’impianto (fig. 1). Successivamente con l’ausilio di una spatola si è aggiunto del composito fotopolimerizzante fino ad ottenere la forma voluta (fig. 2).

Il tappo, così personalizzato, è stato inserito nell’impianto direttamente in prima fase chirurgica (fig. 3). La gengiva è stata accollata al tappo con l’applicazione di due punti di sutura (figg. 4, 5). Ad osteointegrazione avvenuta si nota come effettivamente le papille si siano ben mantenute attorno all’impianto (figg. 6, 7). Il laboratorio, tramite l’impronta con il transfer, ha preparato il moncone e ha realizzato una corona adesa primariamente sul moncone stesso (figg. 8, 9). La protesi si integra perfettamente nei tessuti molli condizionati col tappo di guarigione modificato (fig. 10).

Realizzazioni protesiche: Sig. José Piñar Ruiz, Granada – Spagna

Marzo, 2005 - Exacone News 2