Ampliamento di cresta (split crest) e contestuale inserimento di impianti

Novembre, 2010
Exacone News 11

Autore: Dott. Fabrizio Dell’Innocenti.

Paziente di sesso maschile di anni 68 in buone condizioni di salute generale con ipertensione arteriosa.
Il paziente si presenta con una vecchia protesi fissa da 1.3 a 1.7 con elementi pilastro 1.3 e 1.7 (fig. 1).

L’elemento 1.7 fratturato necessita estrazione. Sezioniamo quindi la protesi (fig. 2) e procediamo all’estrazione dell’elemento 1.7 (fig. 3).
Pratichiamo incisione di un lembo crestale e di rilascio (fig. 4) e scopriamo una cresta in sede 1.4 e 1.5 dello spessore di 1.7 mm.
L’inserimento di impianti Exacone® di diametro 3.3 mm e lunghezza 8 mm necessita un ampliamento della cresta stessa.

Eseguiamo nella cresta un solco primario con piezosurgery (fig. 5) e separiamo progressivamente le corticali in sede 1.4 e 1.5 (fig. 6).
Pratichiamo prima l’osteotomia manuale nei siti implantari 1.4 e 1.5 (figg. 7, 8), dopodiché procediamo con l’osteotomia strumentale sotto irrigazione del sito implantare 1.4 (fig. 9).
Per aprire con più facilità le due corticali in un segmento di cresta piccolo ci aiutiamo con una sezione rilasciante dalla corticale vestibolare distale alla sede 1.5 (fig. 10).

Passiamo all’osteotomia strumentale sotto irrigazione del sito implantare 1.5 proseguendo nell’operazione di split crest con il temporaneo e parziale inserimento dell’impianto (fig. 11).
Infine inseriamo definitivamente i due impianti Exacone® nella zona di cresta ampliata 1.4 e 1.5 (figg. 12 – 14).
Successivamente pratichiamo l’osteotomia sotto irrigazione della sede 1.6 dove non si richiede ampliamento di cresta (fig. 15) ed inseriamo l’impianto (fig. 16).

A questo punto sono posizionati i tre impianti con i tappi di chiusura (fig. 17) in tecnica bifasica.
È evidente l’aumento dello spessore crestale in sede 1.4 e 1.5 artificialmente ottenuto con l’ampliamento crestale. Tale spessore è paragonabile a quello naturalmente presente in sede 1.6.
Inseriamo del biomateriale a riempire lo spazio provocato dall’allontanamento delle due corticali (fig. 18) e a riempire la sede post-estrattiva 1.7 (fig. 19).
L’intervento si completa con una sutura attenta che possa garantire la chiusura stabile del campo operatorio (fig. 20).

Dopo 6 mesi dall’intervento i tessuti molli appaiono in buona salute (fig. 21).
Procediamo alla riapertura chirurgica del sito implantare che evidenzia un piccolo deficit di rigenerazione ossea marginale (fig. 22).
Inseriamo i tappi di guarigione piattaforma large aggiungendo del biomateriale nel difetto e posizioniamo una sutura che delinea l’emergenza dei tappi stessi (fig. 23).
Gli accessi transmucosi agli impianti appaiono precisi nelle loro caratteristiche (fig. 24).

Prepariamo i monconi piattaforma large (fig. 25) che si inseriscono negli impianti Exacone® con una connessione conometrica senza alterare la morfologia dei tessuti molli (fig. 26).
Il manufatto protesico risulta unico per gli elementi su impianti 1.4, 1.5, 1.6 e singolo separato per l’elemento 1.3 su dente naturale (figg. 27, 28).
Radiologicamente l’osso rigenerato in sede 1.4 e 1.5 appare sufficiente in volume e mineralizzazione.
Posizioniamo il cemento in quantità minimale e cementiamo la protesi (figg. 29 – 32).

Realizzazioni protesiche: Laboratorio “SP LaborDental” di Stolfi, Parolo e Meloni – Ospedaletto (Pi)

Novembre, 2010 - Exacone News 11