Uso di PRGF per una riabilitazione implanto-protesica in zona estetica

Ottobre, 2013
Exacone News 17

Autore: Dr. Hugo Esquiaga.

Si presenta al mio studio un paziente di 24 anni di sesso maschile con gravi problemi parodontali, che si manifestavano anche con sanguinamento spontaneo (Figg. 1-2). Presenta mobilità degli elementi 12 e 53 (canino superiore destro di latte), mentre il 13 risultava fortemente palatinizzato.

Al momento dell’estrazione degli elementi 12 e 13 (Fig. 3) mi rendo conto che la posizione degli alveoli non è quella corretta per il posizionamento degli impianti, perciò decido di realizzare dei nuovi alveoli artificiali in modo da poter ottenere una inclinazione corretta degli impianti, un profilo di emergenza che mi permetta una migliore estetica e, fondamentalmente, per ottenere una distanza tra gli impianti e i denti adiacenti, tra gli impianti e le pareti palatale e vestibolare e tra gli stessi impianti che rispetti i principi della chirurgia implantare, in modo da garantire un’adeguata irrorazione dell’osso peri-implantare. Per realizzare i siti implantari utilizzo una tecnica conservativa con osteotomi ed espansori filettati (Fig. 4).

Si posizionano quindi due impianti Leone, un impianto 4,1 x 14 mm e un impianto 3,3 x 14 mm, procedendo in tecnica bifasica (Fig. 5). Come faccio di abitudine da oltre 12 anni, prima di posizionare gli impianti ne bagno la superficie con del PRGF (Plasma Rich in Growth Factors, plasma arricchito di fattori di crescita).

Per riempire gli alveoli post-estrattivi utilizzo un materiale da innesto eterologo (Fig. 6) e successivamente ricopro il tutto con una membrana di fibrina autologa che ho ottenuto con il PRGF secondo il protocollo del Dr. Anitua e suturo il lembo con seta 3/0 (Figg. 7-8), posizionando quindi un provvisorio in acrilico (Fig. 9).

Dopo 6 mesi si posizionano i tappi di guarigione in seconda fase chirurgica (Fig. 10). Ho scelto due tappi di guarigione della piattaforma Large, perché, quando possibile, preferisco condizionare i tessuti in modo da creare un ampio canale mucoso, che mi consenta di gestire al meglio il profilo di emergenza del moncone.

Dopo 4 settimane rimuovo i tappi di guarigione e procedo con la presa di impronta (Figg. 11-13). Per la protesizzazione utilizzo due monconi preinclinati, su cui faccio realizzare dal laboratorio una tacca per la battuta in asse (Fig. 14), per poi applicarvi la forza impulsiva di attivazione con l’apposito percussore.

A 7 mesi dall’estrazione consegno quindi la protesi definitiva, ottenendo un buon recupero funzionale ed estetico (Fig. 15).

Realizzazioni protesiche: Laboratorio odontotecnico SEGUDENT, Girona – Spagna

Ottobre, 2013 - Exacone News 17