Sella edentula: riabilitazione semplice con impianti Exacone®

Settembre, 2008
Exacone News 7

Autore: Dr. Andrea Belluomini.

Il caso clinico che presento ha lo scopo di mostrare non tanto il lavoro finito, che d’altro canto dipende da tanti fattori, ma la qualità dei tessuti molli che viene a determinarsi con l’impiego del tappo transmucoso del Sistema Implantare Leone. Questo risultato si può ottenere grazie alla forma del tappo ed alla connessione conometrica autobloccante, che non dà adito a micro-movimenti ma che, anzi, sigilla completamente il pozzetto implantare, impedendo contaminazioni e formando una vera barriera a protezione dell’osso corticale perimplantare.

Inoltre, desidero concentrare l’attenzione sulla protesizzazione dell’impianto Leone, che è veramente semplice e permette di considerare il moncone come un dente naturale, ignorando tutte le fasi che, invece, sono previste dai sistemi con moncone avvitato.

Per me questo è di grande importanza perché, oltre all’efficienza del risultato, si ha anche la semplicità dell’utilizzo.


Caso clinico

Paziente di 55 anni con una edentulia presente da molti anni nell’arcata inferiore sinistra e un ponte costituito da tre elementi 45-47 nell’arcata inferiore destra. Il paziente si presenta alla mia osservazione con il ponte 45-47 avente mobilità elevata che scaturisce dolore alla percussione, quindi la decisione è quella di estrarlo in prima seduta. Dopo l’esecuzione dell’ortopantomografia spiego al paziente le possibili soluzioni per una buona riabilitazione, soprattutto funzionale, dell’arcata dentale inferiore: si decide di inserire due impianti in posizione 45 e 47, sui quali, in un secondo tempo, sarà costruito un ponte di 3 elementi in ceramica.

Eseguo l’intervento circa un mese dopo l’estrazione dei denti (figg. 1, 2) e nel frattempo eseguo un’apicectomia sull’elemento 44, che presenta un processo infiammatorio abbastanza importante. Durante l’intervento decido di inserire due impianti 3,3×12 mm e 3,3×10 mm (fig. 3), in quanto la cresta ossea non è abbastanza ampia da poter permettere l’impiego di impianti di dimensioni  superiori. Per inserire gli impianti utilizzo le frese a basso numero di giri, circa 50 rpm, e senza irrigazione. Nella sede del 45 si presenta una recessione ossea dovuta all’estrazione del dente stesso e al processo infiammatorio che questa aveva provocato, per cui provvedo a  posizionare dei bone chips aggiungendo anche dell’osso eterologo di origine bovina (Bio-Oss®, Geistlich); non inserisco la membrana perché il lembo sigilla abbastanza bene. Richiudo con una semplice sutura a 3-0 (figg. 4, 5).

Dopo circa 45 giorni, senza grandi incisioni, scopro i tappi di chiusura e inserisco i tappi di guarigione (fig. 6), che mi permettono di ottenere un ottimo condizionamento tissutale (fig. 7).

Ad osteointegrazione avvenuta, dopo circa 4 mesi, mi preparo per il caricamento dell’impianto. Dopo averli provati in bocca (fig. 8), con l’ausilio del manico per monconi e di un manipolo dritto riduco i monconi, li posiziono negli impianti e con una fresa diamantata li perfeziono (fig. 9).

Prendo l’impronta con la tecnica della doppia impronta (figg. 10, 11), considerando quindi ogni moncone come un dente naturale.

Quando il manufatto finito ritorna dal laboratorio riposiziono i monconi sugli impianti, attivo la connessione con delle percussioni e consegno il lavoro (figg. 12-14).

Realizzazioni protesiche: Sig. Marco Belluomini, Laboratorio Profeti – Lucca

Settembre, 2008 - Exacone News 7