L’implantologia sociale: la mia esperienza con i monoimpianti

Giugno, 2006
Exacone News 4

Autore: Dr. Roberto Meli.

Il paziente edentulo solitamente è in età avanzata e presenta notevole avversione a tutti gli interventi invasivi, soprattutto di tipo chirurgico. D’altra parte essendo già portatore di protesi mobile si rivolge a noi per ottenere un miglioramento della stabilità e portabilità della sua dentiera. Inoltre, spesso ha una disponibilità economica limitata. La stabilizzazione con monoimpianti rappresenta, a mio avviso, la proposta terapeutica elettiva.

La motivazione del paziente si ottiene facendo leva sui punti di forza della metodica implantare con i monoimpianti: il recupero della protesi esistente come provvisorio o addirittura come definitivo; l’assenza di postumi; i tempi di trattamento ridotti (nei casi ideali è possibile limitarsi ad una sola seduta); i costi contenuti, in altre parole, proponendo un rapporto costo/beneficio estremamente favorevole.

Tra luglio 2004 e dicembre 2005 ho trattato 40 pazienti con 160 monoimpianti LEONE secondo il protocollo che prevede l’inserimento di 4 monoimpianti in zona interforaminale. Ho usato preferibilmente la tecnica flapless, anche se in presenza di creste irregolari, è consigliabile la creazione del lembo chirurgico. Ho caricato gli impianti in alcuni casi nella stessa giornata chirurgica o al massimo 2 settimane dopo aver atteso la guarigione dei tessuti molli.

Un solo monoimpianto è stato perso, poiché il sito osseo ricevente non aveva spessori marginali adeguati, pertanto la mia personale percentuale di successo è del 99,4 %.

La paziente di anni 50 edentula da 10 e portatrice di protesi mobile totale superiore e inferiore ha sempre rifiutato ogni tipo di trattamento implantoprotesico.

Dopo una seduta di informazione sulle modalità della tecnica di riabilitazione la paziente ha dato il consenso all’inserimento di quattro monoimpianti in zona intermentoniera (figg. 1-4).

Dopo 15 giorni (fig. 5) dall’intervento sono state rilevate le impronte per la realizzazione di due protesi mobili totali con griglia metallica di rinforzo. L’impronta inferiore è stata rilevata con le microcuffie in dotazione ad ogni singolo monoimpianto (fig. 6) e poi inviate al tecnico per la realizzazione di alloggiamenti adeguati nella griglia e quindi nella protesi.

Dopo una seduta per la rilevazione del morso e dell’arco facciale ed una ulteriore seduta per una prova del montaggio, le protesi sono state consegnate.

Dopo un periodo di circa 15 giorni, necessario all’assestamento funzionale delle protesi, gli attacchi femmina sono stati fissati alla protesi inferiore con tecnica diretta (figg. 7-11):
isolamento di ogni singolo attacco con quadratini di diga perforati al centro ed isolante per prevenire l’infiltrazione accidentale di resina sottogengiva
alloggiamento delle femmine O-ring su ogni singolo monoimpianto
inserimento della protesi nella sua sede dopo avere riempito gli alloggiamenti delle femmine con resina autoindurente
dopo l’indurimento rimozione della protesi, rifinitura e lucidatura in laboratorio.

Il trattamento della edentulia totale con i monoimpianti Leone è uno strumento di lavoro semplice, efficace, economico, esso rappresenta un notevole contributo verso l’implantologia “sociale” rivolta a tutti.

Per alcuni casi, l’esperienza diretta mi ha portato a considerare i monoimpianti la terapia elettiva, per il rapporto costo beneficio assolutamente appagante. Tutti i pazienti trattati si sono dichiarati molto soddisfatti della minima invasività del trattamento, della quasi totale assenza di postumi e dei tempi estremamente ridotti dell’intero trattamento implantoprotesico.

Realizzazioni protesiche: Laboratorio Odontotecnico Dental Giglio di Massimiliano Pisa – Firenze

Giugno, 2006 - Exacone News 4