La mia esperienza clinica con il sistema implantare Leone: studio clinico prospettico sulla sopravvivenza a 1 anno di 203 impianti

Maggio, 2013
Exacone News 16

Autore: Dott. Marco Mirijello.

Premessa e scopi

Questa indagine aveva lo scopo di valutare, mediante uno studio prospettico con follow-up di 1 anno, la percentuale di osteointegrazione di un gruppo di impianti Leone.

Materiali e metodi

Nel periodo compreso tra marzo 2010 e marzo 2012 sono stati posizionati 203 impianti Leone; il tipo di riabilitazione protesica consisteva nella realizzazione di protesi fisse, corone o ponti.

Valutazione clinica ed anamnestica

Tra i 105 pazienti consecutivamente ammessi i criteri di esclusione sono stati i seguenti:
∙ severa discrepanza dei rapporti intermascellari;
∙ riflesso alla chiusura;
∙ bruxismo;
∙ assunzione abitudinaria di alcool o farmaci;
∙ forti fumatori (più di 10 sigarette al giorno);
∙ pazienti sottoposti a trattamenti radioterapici;
∙ pazienti trattati con chemioterapici antiblastici;
∙ pazienti affetti da malattia renale o epatica cronica;
∙ emofilia, disordini della coagulazione o terapia cumarinica;
∙ disordini ossei dismetabolici;
∙ pazienti immunocompromessi, incluso l’HIV;
∙ terapia con farmaci steroidei in atto;
∙ gravidanza in corso all’epoca della valutazione preoperatoria;
∙ controindicazione generale alle procedure chirurgiche del paziente;
∙ malattie della mucosa orale (come il Lichen Planus o il Pemfigo).

I pazienti sono stati sottoposti ad una prima visita dove è stata effettuata l’anamnesi, l’esame obiettivo, la valutazione e la registrazione di tutti i dati del paziente. La visita includeva:

∙ compilazione da parte del paziente di un questionario sulle condizioni di salute generale;
∙ esame clinico intra ed extraorale;
∙ procedure terapeutiche alternative;
∙ informazione del paziente dei rischi e delle possibili com-plicanze del trattamento;
∙ valutazione radiografica, che può comprendere: ortopanto-mografia, TAC Dental Scan, fotografie intraorali.

Allo scopo di agevolare l’analisi dell’anatomia locale e pianificare al meglio la fase chirurgica e protesica, veniva rilevata pre-operatoriamente un’impronta con alginato.
Dalle impronte rilevate venivano colati i modelli dell’arcata superiore ed inferiore, i quali, venivano posti in articolatore nella corretta relazione spaziale tra le due arcate stesse.

In questo modo è stata possibile la valutazione degli elementi dentari da protesizzare e lo spazio interocclusale disponibile.
Oltre a ciò, a partire dai modelli in gesso, veniva fabbricata una dima chirurgica in resina acrilica. Tale manufatto è dotato di boccole forate in corrispondenza dei punti di inserimento ideale, dal punto di vista biomeccanico, degli impianti.

Protocollo chirurgico e protesico

I prerequisiti per l’ottenimento di condizioni di asepsi sono stati i seguenti:

∙ manipolo contrangolo autoclavabile con il controllo della velocità di rotazione, provvisto di irrigazione con soluzione fisiologica sterile raffreddata per mantenere bassa la temperatura dell’osso;
∙ procedure chirurgiche, strumenti ed accessori vari sterili.

Poco prima dell’intervento chirurgico, il paziente ha effettuato uno sciacquo per un minuto con una soluzione contenente clorexidina digluconato allo 0,20% di concentrazione allo scopo di ottenere un adeguato grado di asepsi locale.

Al paziente è stata somministrata una terapia antibiotica profilattica un’ora prima dell’intervento e per la settimana seguente mediante l’associazione di amoxicillina e acido clavulanico.

La profilassi includeva anche paracetamolo, al momento del bisogno.

I pazienti sono stati istruiti in modo dettagliato riguardo le misure di igiene orale domiciliare da seguire, quali sciacqui con soluzioni a base di clorexidina 0,12%, spazzolamento regolare dei denti, tipo di dieta da seguire.

Per l’inserimento degli impianti si è scelto di seguire la procedura chirurgica del sistema implantare Leone, con la sola esclusione della fase di maschiatura del sito implantare al fine di ottenere una maggiore stabilità primaria.

Follow-up

Nell’immediato post-operatorio è stata effettuata una radiografia endorale di controllo a ciascun paziente; inoltre, ai pazienti sono state fornite istruzioni sulle norme igieniche e dietetiche domiciliari da seguire nel decorso post-operatorio: sciacqui con collutorio a base di clorexidina digluconato allo 0,12%, 3 volte al dì per 1 minuto circa, per 2 settimane.

Un primo check-up è stato effettuato dopo 7-14 giorni dall’intervento durante la rimozione delle suture. Durante il controllo sono state ripetute le istruzioni sulle norme di igiene orale da mantenere (spazzolino da denti con setole morbide ed applicazioni topiche con gel di clorexidina).

Per identificare eventuale perdita di osso verticale attorno agli impianti, visibile solo radiograficamente, sono state effettuate radiografie (OPT ed endorali).

I criteri di successo adottati sono stati quelli di Albrektsson et al.:

∙ assenza di mobilità clinica;
∙ assenza di radiotrasparenza periimplantare
∙ assenza di dolore, parestesia e infezioni
∙ riassorbimento osseo marginale < 1,5 mm 1 anno dopo il carico e 0,2 mm per anno successivo.

Statistica

Il gruppo di pazienti sui quali è stato fatto lo studio è di 105 persone, 52 donne e 53 uomini. L’età media del gruppo di pazienti era di 57,1 anni al momento dell’inserimento degli impianti, quella delle donne 58,6, quella degli uomini 57,6.

Su questi pazienti sono stati impiantati 203 impianti Leone. La sopravvivenza implantare cumulativa a 1 anno è risultata pari al 96%; su 203 impianti posizionati, 8 non hanno raggiunto l’osteointegrazione e sono stati persi precocemente (dal primo al terzo mese). Analizzando ulteriormente i dati si è notata una differenza percentuale diversa tra la sopravvivenza implantare a 1 anno nell’arcata superiore con il 95% di impianti integrati contro il 97% di integrazione nell’arcata inferiore. Durante il periodo di osservazione non è stata notata alcuna perdita dopo la protesizzazione degli impianti.

Conclusioni

Lo studio ha valutato la percentuale di osteointegrazione a un anno di 203 impianti Leone inseriti in un totale di 105 pazienti. La percentuale di osteointegrazione è stata del 95% nell’arcata superiore e del 97% nell’arcata inferiore, quella cumulativa totale del 96%.

Il sistema implantare Leone, in base ai risultati ottenuti, appare un sistema predicibile a patto che si rispettino i protocolli relativi al paziente e alle fasi di trattamento diagnostica, chirurgica e protesica.

Maggio, 2013 - Exacone News 16