Follow up radiografico a lungo termine (18,17 e 12 anni) di impianti a connessione avvitata e conometrica in paziente parodontopatico

Settembre, 2020
Exacone News 29

Autori:
Dr. Leonardo Palazzo
Referente del Servizio di Odontoiatria, Casa della Salute di Marsciano

Servizio di Odontoiatria di Gubbio, Responsabile Dr. Mario Guerra
Dr. Domenico Guerra
Servizio di Odontoiatria di Gubbio, Responsabile Dr. Mario Guerra
Dr. Alessandro Fioroni

Servizio di Odontoiatria di Gubbio, Responsabile Dr. Mario Guerra
Dr. Fulvio Floridi

Servizio di Odontoiatria di Gubbio, Responsabile Dr. Mario Guerra

Uno dei problemi dell’implantologia tradizionale è sempre stato il riassorbimento dell’osso alveolare crestale intorno al collo dell’impianto una volta che questo è stato caricato con abutment e corona. Albrektsonn e coll. hanno distinto questa perdita ossea in due fasi: una immediata, fino a 1 millimetro, durante il primo anno di carico ed una secondaria di 0,2 mm ogni anno successivo.

Il motivo di questo riassorbimento non è del tutto noto e sono state avanzate varie ipotesi. Una delle più accreditate è il verificarsi di uno stress di tipo meccanico a seguito del carico masticatorio che si ripercuote sull’osso crestale che circonda l’impianto (teoria meccanica).
Un’altra ipotesi avanzata consiste nella presenza di un microgap nella zona di collegamento tra abutment e impianto che determinerebbe un’infiltrazione batterica con l’insorgenza di processi infiammatori causa di riassorbimento apicale dell’osso crestale e dei tessuti molli influenzando negativamente l’estetica degli elementi implantoprotesici (teoria batterica).
La connessione protesica rappresenta, quindi, il Tallone di Achille dell’Implantologia e tutte le modifiche sia ossee che mucose avvengono in questo microdistretto biologico.

Riuscire a limitare il riassorbimento osseo perimplantare rappresenterebbe un guadagno non indifferente sia sul risultato estetico che sulla sopravvivenza implantare a lungo termine.
Lo scarso sigillo marginale, tipico delle connessioni avvitate, associato ai micro-movimenti moncone-impianto ed alla trasmissione del massimo carico a livello crestale, potrebbero essere responsabili del tipico pattern di rimodellamento osseo crestale che si osserva nelle sistematiche implantari che prevedono connessioni di tipo avvitato.

L’ottimo sigillo marginale tipico delle connessioni conometriche, nonché l’assenza di micro-movimenti moncone-impianto, che formano virtualmente un pezzo unico, e la trasmissione del carico a livello dell’intera geometria implantare, potrebbero essere tutte cause del miglior mantenimento osseo crestale osservato nelle sistematiche implantari a connessione conometrica.
Nel mantenimento dell’osso crestale gioca un ruolo importante il platform switching che consiste nell’utilizzo di abutment di piccolo diametro posizionati su impianti di diametro più largo ed è insito nelle connessioni conometriche.
Diverse ipotesi sono state avanzate per spiegare la protezione verso l’osso crestale da parte del platform switching.

1) La teoria meccanica indica un maggiore stress che si esercita su tutta la superficie del collo nell’impianto tradizionale, mentre in quello con platform switching la zona di stress si sposta sulla zona centrale dell’impianto.
2) La teoria batterica-infiammatoria prevede che l’infiltrato sulla giunzione abutment-impianto venga spostato in senso orizzontale verso il centro dell’impianto allontanandosi pertanto dall’osso crestale adiacente.

Oltre ai già citati fattori in grado di influenzare il mantenimento osseo peri-implantare ne esistono diversi altri: un’adeguata tecnica chirurgica e la scelta del corretto diametro implantare, che deve necessariamente essere circondato da almeno 1 mm di osso per tutto il perimetro. Allo stesso modo l’esecuzione di tecniche chirurgiche avanzate, come l’espansione orizzontale di cresta o il posizionamento post-estrattivo, possono essere seguite da un rimodellamento osseo crestale superiore alla media.
A titolo esemplificativo si illustra un caso clinico di un paziente parodontopatico riabilitato (Figg. 1-4), in tempi diversi, con impianti a connessione avvitata, impianti a connessione conometrica (impianto Exacone®) con collo liscio (rugosità 0,5 micron) e impianti a connessione conometrica (impianto Exacone®) con collo trattato (rugosità max Ra ≃ 2,5 micron) con un follow up radiografico rispettivamente a 18, 17 e 12 anni.

Negli impianti a connessione avvitata si evidenzia la tipica Osteolisi a Scodella o Saucerization con conseguente collasso dei tessuti molli, allungamento delle corone cliniche, scomparsa delle papille e visibilità di componenti metalliche con gravi disagi estetici per il paziente, mentre negli impianti a connessione conometrica con collo liscio e trattato si ha un ottimo mantenimento dell’osso crestale. Nell’arcata superiore di destra, ove gli impianti Exacone® con collo trattato sono stati inseriti con tecnica chirurgica avanzata (post-estrattivi immediati, mini rialzo del seno mascellare e rigenerazione ossea di fenestrazioni vestibolari) sembra che l’osso inglobi la connessione abutment-impianto riconoscendola come un pezzo unico.
Per noi clinici questi risultati sono confortanti perché attualmente il nostro obiettivo non è solo quello di garantire la funzione stabilizzando le protesi sugli impianti ma, soprattutto, ridare estetica intesa come integrazione armoniosa della corona nell’arcata dentale a lungo termine, garantendo, quindi, Stabilità Tissutale.

Bibliografia

1) Albrektsson T, Zarb G, Worthington P, Eriksson AR, The long-term efficacy of currently used dental implants: a review and proposed criteria of success, Int J Oral Maxillofac Implants 1986 Summer; 1(1): 11-25

2) Berglundh, T, Lindhe J, Dimension of the periimplant mucosa. Biologic width revisited, J Clin Periodontol 1996; 23 (10): 971-973

3) Weng D, Nagata M, Melo L, Leite C, Bosco A, Richter EJ, Bone reaction with different micro gap designs in one stage implants, Scientific poster, 13th Annual Congress EAO, Sept 16-18, 2004

4) Zipprich H, Rilevamento, cause e conseguenze dei micromovimenti a livello dell’interfaccia impianto-abutment, Quintessenza Internazionale, Speciale implantologia 2011, 3bis: 61-63

5) Guerra M, Belcastro S, Palazzo L, Mannarino MR, Impianti a connessione conometrica autobloccante. Studio clinico, Dental Cadmos 2007,6.49-54

6) Palazzo L, Pagano S, Capoccia V, Barraco G, Il ruolo delle connessioni geometriche nell’osteointegrazione implantare: platform switching , Doctor OS 2011; 22 (8): 955-967

7) Belcastro S , Palazzo L , Floridi F , Platform Switching e mantenimento osseo peri-implantare: moda o reale vantaggio clinico? Exacone News 6, Settembre 2008

8) Scommegna G, Il Sistema Implantare Exacone. Caratteristiche innovative e risultati clinici
Quintessenza Internazionale, Speciale Implantologia 2008; 5 bis: 99-108

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