Controllo a distanza di protesi su impianti Exacone® in edentulie singole

Ottobre, 2009
Exacone News 9

Autori: Dott. Luigi Lucchiari, Dott. Nicola Lucchiari.

Questo lavoro ha come scopo la valutazione a distanza dell’osteointegrazione e del mantenimento dei tessuti duri e molli nell’utilizzo di impianti Exacone® in situazioni cliniche diverse di edentulie singole.

Sono stati valutati 4 impianti singoli in 4 pazienti diversi: due impianti nel settore estetico superiore (1.2 e 2.1) e due impianti nel settore molare inferiore (3.6 e 4.6).

Gli impianti sono stati posizionati con metodiche chirurgiche diverse secondo le necessità del caso.

In tutti i casi è stato effettuato uno studio radiologico preoperatorio mediante TAC ed ortopantomografia, una valutazione intraoperatoria ed una prima della fase di protesizzazione mediante radiografia endorale. Il controllo radiologico a distanza è sempre stato eseguito mediante Rx endorale.

Caso 1

Paziente di sesso femminile, non fumatrice, di anni 40, anamnesi negativa per patologie di rilievo.

Si presenta con 3.7 mesioinclinato per perdita precoce dell’elemento 3.6.

Si procede alla distalizzazione del 3.7 con dispositivo ortodontico e, a distalizzazione avvenuta, si posiziona con tecnica flap-less e chirurgia in fase unica un impianto Exacone® diametro 4,1 mm, lunghezza 10 mm in sede 3.6 con tappo di guarigione con GH 3 mm (in data 21/3/2005) (fig. 1).

La radiografia di controllo (fig. A) e la protesizzazione sono state effettuate dopo tre mesi, con buon risultato estetico e funzionale. Si esegue la cementazione della corona al moncone in ambito extraorale (figg. 2-5).

In data 23/5/2009, durante un controllo clinico e radiologico (figg. 6 e B), si evidenzia assenza di riassorbimento osseo e salute dei tessuti molli.

Caso 2

Paziente di sesso maschile, non fumatore, anni 65, anamnesi negativa.

Presenta edentulia dell’elemento 2.1 (elemento con corona tipo Richmond estratto otto mesi prima per frattura di radice). Il paziente porta un provvisorio mobile.

L’intervento (13/6/2005) si effettua in due fasi chirurgiche (poiché siamo in zona estetica e per il periodo di osteointegrazione si mantiene il provvisorio mobile), con posizionamento di impianto Exacone® diametro 4,1 mm, lunghezza 12 mm e con lembo gengivale a penisola e tappo di chiusura (figg. 1-3). Il paziente continua a portare fra le due fasi chirurgiche il provvisorio mobile, debitamente scaricato per evitare compressioni inopportune sull’impianto, soprattutto durante le prime delicate fasi di osteointegrazione.

La seconda fase chirurgica si esegue con mucotomo circolare di 3,3 mm (più stretto quindi rispetto all’impianto) e posizionamento di tappo di guarigione diametro 4,1 mm per condizionare i tessuti molli (figg. 4-6); la protesizzazione avviene dopo tre settimane (30/10/2005), durante le quali il paziente continua ad usare il provvisorio mobile ribasato con condizionatore tissutale morbido (figg. 7, 8).

Il risultato è ottimo sia dal punto di vista estetico che funzionale (figg. 9-12) e ad un controllo clinico e radiologico effettuato il 6 febbraio 2009 (figg. 13, 14 e B), si notano assenza di riassorbimento osseo ed ottima salute dei tessuti molli con perfetta resa estetica. Le foto A e B mostrano rispettivamente: l’endorale eseguita nell’ottobre 2005 durante la seconda fase chirurgica e la radiografia di controllo del 6/2/2009.

Caso 3

Paziente di sesso femminile, non fumatrice, anni 44, anamnesi negativa per patologie di rilievo.

Presenta edentulia dell’elemento 4.6.

In data 21/2/2007 si procede al posizionamento di impianto Exacone® diametro 4,1 mm, lunghezza 10 mm con tecnica flapless in unica fase chirurgica con tappo di guarigione con tratto transmucoso di 3 mm e diametro 4.1 mm (figg. 1-3).

In data 30/6/2007 si protesizza l’impianto con corona in metalloceramica (figg. 4-9, A).

A distanza di 28 mesi (30/6/2009) la funzione è perfettamente conservata, con buona resa estetica ed ottima salute dei tessuti molli mantenuti dall’assenza di riassorbimento osseo (figg. 10, B).

Caso 4

Paziente di sesso femminile, anni 46, non fumatrice, anamnesi negativa per patologie di rilievo.

Presenta frattura longitudinale radicolare dell’elemento 1.2, protesizzato con corona Richmond.

L’esigenza della paziente sarebbe il ripristino immediato dell’elemento dentario.

Vista la TAC si evidenzia in zona 1.2 la presenza di deiscenza ossea vestibolare di 8 mm, con le pareti mesiale, distale e palatina conservate (deiscenza ossea di tipo I, buona predicibilità funzionale ed estetica) (figg. 1, 8).

È stato utilizzato un impianto Exacone® diametro 3,3 mm, lunghezza 14 mm (fig. 9) con contemporanea rigenerazione del difetto osseo, l’impianto è completamente contenuto nelle tre pareti residue dato il suo diametro ridotto e risulta perfettamente congruo per il ripristino di un incisivo laterale.

La membrana riassorbibile di collagene messa a copertura del difetto riempito con sostituto osseo di origine bovina è stata mantenuta in sede dal moncone preparato in studio ed inconato all’impianto nella stessa seduta della fase chirurgica (figg. 10-14). A protezione del moncone è stata posizionata una corona provvisoria in resina opportunamente ribasata e scaricata dall’occlusione (figg. 15, 16). Nella stessa seduta si effettua radiografia endorale di controllo (fig. A).

Dopo 5 mesi si esegue un controllo clinico e radiologico: i tessuti molli appaiono in ottima salute, con assenza di sondaggi patologici e la radiografia endorale dimostra un’ottima ricrescita dell’osso (figg. 17-20).

Si cementa la protesi definitiva (figg. 21, 22) con risultato soddisfacente sia dal punto di vista estetico che funzionale (04/03/2008).

Un controllo clinico e radiologico eseguito dopo 15 mesi (30/06/2009) evidenzia un’ottima estetica per la salute dei tessuti molli, sondaggio assente ma soprattutto assenza di perdita ossea (figg. 23, 24, B).

Conclusioni

La connessione conometrica con l’annullamento della contaminazione batterica (discrepanza moncone-impianto media di 3 micron e con linea a gap zero, contro i 20/30 micron delle connessioni avvitate), il trattamento della superficie implantare HRS ed il Platform Switching (profilo di emergenza dell’impianto con moncone più stretto rispetto alla piattaforma, che permette di ottenere un’ampiezza biologica più coronale con miglior sigillo batterico rispetto ai sistemi tradizionali) rendono l’impianto Exacone® assolutamente peculiare ed efficace nelle riabilitazioni implanto-protesiche e, come testimoniato dai casi qui riportati, garantiscono un mantenimento nel tempo dei tessuti molli e duri.

Tali caratteristiche unite all’estrema facilità di utilizzo e versatilità rendono il sistema implantare Exacone® ideale in ogni tipo di situazione clinica, dalla più semplice alla più complessa.

Realizzazioni protesiche: Sig. Savio Franco, Laboratorio L.O.R.I. – Padova

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