Come si diventa un “fanatico” del cono Morse: la mia personale evoluzione dell’implantologia

Novembre, 2015
Exacone News 21

Autore: Dr. Hugo Esquiaga.

Quando nel 1988 iniziai a mettere impianti posizionavo gli impianti AB, un sistema spagnolo a connessione avvitata, e le lame di Linkow. Ho poi utilizzato impianti Bio-Vent, Klockner, Screw-vent e 3i, tutte sistematiche a connessione avvitata, arrivando così all’anno 2000. In questi anni di esperienza su diverse linee implantari ho incontrato diversi inconvenienti che non rendevano totalmente soddisfacente la mia attività: la procedura di presa dell’impronta era estremamente complessa, le varie fasi di lavoro richiedevano un elevato dispendio di tempo alla poltrona, per non parlare delle complicanze protesiche di vario genere, in particolare allentamenti (Figg. 1, 2) e fratture delle viti di connessione. Molte volte riscontravo inoltre un significativo riassorbimento osseo peri-implantare (Figg. 3, 4) che, a posteriori, ho attribuito ad una inevitabile infiltrazione batterica legata al tipo di connessione impianto-moncone.

Mi sono quindi guardato intorno alla ricerca di possibili soluzioni alle mie problematiche, venendo a conoscenza prima del sistema implantare Bicon e poi, nel 2002, del sistema implantare Leone. Ho così conosciuto la connessione a cono Morse e posso dire che è stato amore a prima vista!

Gran parte dei professionisti che lavorano nel campo dell’implantologia non ha mai prestato attenzione alle importanti caratteristiche del sistema di connessione a cono Morse, infatti la connessione avvitata ha sempre rappresentato il sistema più diffuso e popolare. Tuttavia tale connessione presenta numerosi vantaggi e pochissime limitazioni, consentendo di sfruttare tecniche più semplici ma non meno efficaci di quelle tradizionali e di seguire gli stessi protocolli che si impiegano per la realizzazione di protesi su denti naturali. In breve tempo ho potuto verificare come queste possibilità portassero ad un risparmio di tempo di lavoro e, come conseguenza, anche ad un risparmio economico.

Personalmente ritengo che le principali prerogative che deve avere un buon impianto dentale siano sicurezza, semplicità ed affidabilità, e deve consentire il raggiungimento di buoni risultati estetici. Il sistema Leone ha tutti questi requisiti, e, come detto, grazie alla sua connessione consente soluzioni non percorribili con le sistematiche tradizionali.

Ad esempio, apprezzo molto la possibilità di preparare il moncone direttamente in studio, grazie all’assenza del canale di accesso della vite di connessione.

Quando possibile, ricorro abitualmente all’uso della cementazione extra-orale o di corone integrate sul moncone (Figg. 5-8), opzioni che eliminano il rischio di residui di cemento nel solco peri-implantare e semplificano i passaggi protesici.

In caso di carico immediato utilizzo i monconi temporanei, che rappresentano la soluzione ideale per mantenere tutti i vantaggi del cono Morse in abbinamento ad un uso provvisorio, come mostrato nel caso clinico di seguito riportato.

La mia esperienza ultra-decennale con impianti Leone ha inoltre confermato clinicamente, e con follow-up a lungo termine (Figg. 9-12), l’ottimo mantenimento osseo peri-implantare che viene comunemente associato alle caratteristiche peculiari della connessione a cono Morse.

Nella valutazione del successo a lungo termine degli impianti dentali, infatti, l’affidabilità e la stabilità dell’interfaccia impianto-moncone giocano un ruolo molto importante. La connessione a cono Morse è contraddistinta da una elevata resistenza meccanica, previene l’infiltrazione batterica, è associata a procedure protesiche semplici e porta ad un’ottima salute gengivale (Fig. 13). Tutti questi vantaggi forniscono i presupposti per trasformare tale connessione nel sistema del futuro, mettendo a nostra disposizione l’opportunità di realizzare un’implantologia semplice ed efficace.

Di seguito si riporta un caso clinico, in cui si è eseguito un carico immediato in zona frontale superiore.

CASO CLINICO

REALIZZAZIONI PROTESICHE: Laboratorio odontotecnico Segudent, Girona – Spagna

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